I vantaggi del cloud
A differenza di qualche anno fa, oggi il mercato del cloud non rappresenta più una nicchia ristretta ma un mercato solido e consolidato che ha raggiunto ormai una certa dimensione. Secondo le stime dell’Osservatorio Cloud Transformation, infatti, nel 2018 il mercato cloud in Italia ha toccato quota 2,34 miliardi di euro (+ 19% rispetto al 2017).
Cosa rende il Cloud così vantaggioso?
Da molti definito come “la cassetta degli attrezzi dell’innovazione”, il cloud è un abilitatore digitale formidabile. Ad oggi, la velocità con cui i cloud provider propongono nuovi servizi e tecnologie ed aggiornano quelle già esistenti è ormai elevatissima, e continua ad aumentare.
Le possibilità sono moltissime: si può scegliere un servizio di basso livello con cui costruire soluzioni proprie oppure applicazioni complete fatte e finite da sfruttare come “servizio”, esattamente come avviene con i servizi di corrette elettrica, acqua e gas, ad esempio.
I vantaggi del cloud sono tantissimi, eccone alcuni:
- La rapidità con cui è possibile accedere a servizi e applicazioni che prima necessitavano di pianificazione e approvvigionamento di hardware e software infrastrutturali
- La scalabilità con la quale il cloud è in grado di seguire la crescita o il ridimensionamento dell’azienda
- La possibilità di erogare servizi world wide per chi ha organizzazioni diffuse in tutto il mondo come le grandi reti di negozi o le società multinazionali
Tuttavia l’utilizzo del cloud implica anche particolari punti di attenzione e un cambio di approccio. Rispetto alle vecchie tecnologie.
Sicurezza e GDPR, ad esempio, vanno attentamente considerati quando si valuta il passaggio verso il cloud.
I big provider, hanno tutti datacenter localizzati in UE e forniscono garanzie di sicurezza e affidabilità esemplari. Tuttavia, ciò potrebbe non essere sufficiente a garantire il trattamento dei dati nel totale rispetto dei provvedimenti.
Ad esempio, alcune leggi obbligano a conservare i dati presso DataCenter collocati in Italia.
Anche la parte contrattuale non è da trascurare, tenuto conto che le dimensioni dei colossi digitali non favoriscono grande apertura nella negoziazione delle clausole che regolamentano il rapporto fra le parti.
Anche il diverso approccio all’aspetto economico potrebbe rappresentare un “ostacolo”. Se prima ci si affidava a costi certi, fatti ad investimento, il passaggio ad una logica di costi a consumo potrebbe rappresentare una barriera.
La maggior parte delle organizzazioni, infatti, adotta una soluzione ibrida: una parte di servizi digitali in cloud ed una parte in casa.
Di conseguenza, un buon cloud provider deve essere grado di integrare questi due mondi nel migliore dei modi.
Ma gli aspetti da valutare sono anche altri: alcuni servizi, infatti, sono proprietari, e generano il “lock-in”. Questo aspetto è molto importante da valutare se si desidera mantenere un certo grado di libertà dal cloud provider a cui ci si affida.
Nonostante questi aspetti molto importanti da non sottovalutare, le aziende di oggi non sono più disposte a rinunciare ai vantaggi che il cloud può offrire loro. Una percentuale altissima di Cio, infatti, ha dichiarato a Gartner una diminuzione degli investimenti in DataCenter locali a favore di un maggiore investimento nel cloud.
A differenza delle vecchie generazioni, le nuove sono sicuramente più propense a “consumare” IT nel cloud.
Il cloud ibrido
Per la distribuzione delle risorse cloud sono disponibili diverse opzioni come il cloud pubblico, privato e ibrido. Tutti e tre gli scenari offrono vantaggi simili in termini per esempio di prestazioni, affidabilità e scalabilità, ma il metodo di distribuzione scelto dipende dalle esigenze aziendali.
Ai tempi di oggi, è sempre più diffusa la necessità di spostare carchi di lavoro in cloud mantenendone una parte in casa, oppure di lavorare in senso opposto: sviluppare servizi molto rapidamente sfruttando i vantaggi e le tecnologie del cloud per poi riportarli in locale per motivi di latenza del dato, ad esempio.
Inoltre, sta anche aumentando la necessità di lavorare in modalità multi-cloud, sfruttando il meglio di ogni cloud provider.
Non esiste, ad oggi, una reale alternativa al cloud ibrido: i cloud ibridi combinano l’infrastruttura locale, o cloud privati, con i cloud pubblici, in modo da consentire alle organizzazioni di sfruttare i vantaggi di tutte le piattaforme che devono integrarsi e convivere.
Ad esempio, è possibile usare il cloud pubblico per la posta elettronica basata sul Web, e il cloud privato o un’altra infrastruttura locale per operazioni con dati aziendali sensibili, come quelle finanziarie. Il cloud ibrido offre così alle aziende più flessibilità e possibilità di sviluppo attraverso una gestione dinamica.